L’Analisi Bioenergetica studia la personalità dal punto di vista dei processi energetici del corpo.
Il termine ‘bioenergetica’ viene impiegato anche in biochimica, con riferimento a quel settore di ricerca che si occupa dei processi energetici a livello molecolare e submolecolare. Albert szent Gyorgyi scrisse ‘per muovere la macchina della vita occorre energia’. E, infatti, non c’è movimento senza energia. Nel corso degli anni, ci si è interrogati molto, e da più punti di vista, su quale sia la natura dell’energia vitale ma indipendentemente da quale essa sia, è certo oramai che l’energia è implicata in tutti i processi della vita (nel movimento, nel sentire, nel pensare) e tali processi si arresterebbero senza rifornimento di energia all’organismo.
Energia che ha un flusso, cioè un movimento all’interno dell’organismo, e delle direzioni. L’esempio migliore è il flusso del sangue, ma oltre al sangue, nel corpo vi sono altri fluidi carichi di energia- linfa, fluidi interstiziali e fluidi intracellulari.
Sebbene non si è abituati a pensare alla personalità in termini di energia, la quantità di energia che un individuo impiega ed il modo in cui la impiega racconta molto della sua personalità.
E la qualità del processo energetico diventa, quindi, un elemento importante dal punto di vista diagnostico.
Per W. Reich, il processo energetico si esprime attraverso un ciclo pulsatorio di espansione e contrazione, associato al battito cardiaco e alla respirazione. In ambiente favorevole avviene l’espansione, in ambiente sfavorevole la contrazione. La motilità ha origine dal ritmo pulsatorio.
A. Lowen richiama tale concetto, affermando che il processo attraverso il quale ci colleghiamo al mondo esterno è un processo energetico che si manifesta col protendersi o col ritirirarsi dalle relazioni.
Pertanto l’energia di una persona è in stretta relazione ai suoi processi di attività psicofisica e alla qualità del suo ‘protendersi’ e ‘ritirarsi’.
Ma quanto un individuo è consapevole dei propri processi energetici?